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Glassup, la tecnologia italiana che sfida i Google Glass
Pubblicato da Michael Pontrelli in Tecnologia • 23/07/2013

I Google Glass, gli occhiali supertecnologici del gigante internet, sono il prodotto più atteso del momento. Era dai tempi del lancio del primo iPhone di Apple nel 2007 che non si respirava una atmosfera simile. Nelle previsioni degli esperti saranno il nuovo oggetto del desiderio per milioni di persone in tutto il mondo. Pochissimi ancora sanno però che sul fronte degli “smartglasses” le novità in arrivo in realtà sono diverse. Tra i protagonisti che sfideranno il gigante americano di Mountain View c’è anche una azienda italiana che nei primi mesi del 2014 lancerà sul mercato i suoi Glassup. Per capirne di più abbiamo sentito Francesco Giartosio, l’imprenditore che sta guidando questo sfidante progetto



Come sono e cosa fanno esattamente i Glassup?
Hanno l’aspetto di normali occhiali ma in aggiunta hanno un circuito elettrico e un sistema ottico che consentono la visualizzazione di informazioni come per esempio i messaggi che normalmente riceviamo su Facebook o Whatsup. L’idea da cui siamo partiti due anni fa, prima ancora che Google comunicasse di voler fare una cosa simile, era quella di non dover tirare fuori il telefonino dalla tasca ogni volta che riceviamo una comunicazione ma col tempo ci siamo resi conto che gli occhiali si prestano ad una miriade di applicazioni”.

Può farci alcuni esempi?
Il nostro mercato principale sarà quello degli sportivi ma ci saranno anche applicazioni più specifiche per i motociclisti che potranno accedere alle indicazioni stradali senza doversi fermare, per i turisti stranieri che saranno in grado di leggere le traduzioni di quello che sta dicendo la gente e per i sordi per comprendere le parole delle persone con cui stanno parlando. Abbiamo poi molte richieste anche dal settore produttivo. Molte imprese ce li stanno chiedendo per darli ai loro dipendenti affinché possano accedere a specifiche informazioni continuando ad avere contemporaneamente le mani libere. E’ il caso per esempio di magazzinieri, manutentori, trasportatori e così via”.

I Glassup accedono alla rete autonomamente o devono appoggiarsi ad un altro device?
Normalmente si appoggiano ad uno smartphone ma ci sono delle eccezioni. In caso di utilizzo in un museo o all’interno di una azienda possono appoggiarsi sull’intranet dell’organizzazione”.

Si possono anche scattare delle foto e registrare dei video come nel caso dei Google Glass?
A differenza di Google noi ci siamo concentrati sull’idea essenziale di poter ricevere informazioni di tanti tipi. Probabilmente però faremo anche una versione per fare le foto perché ce lo chiedono in tanti ma è una cosa che ci interessa di meno”.

Potranno avere delle lenti graduate?
In fase di lancio le lenti non saranno graduate ma per il futuro è previsto anche il lancio di modelli con le lenti correttive perché metà della popolazione mondiale ormai porta occhiali da vista e i Glassup non si possono indossare sopra altri occhiali. La produzione sarà personalizzata perché di volta in volta dovremo integrare la nostra tecnologia ottica nelle lenti con le diotrie richieste dal cliente”.

I Google Glass nasceranno invece già con le lenti graduate?
Google è una cosa diversa nel senso che non producono le lenti dell’occhiale ma un meccanismo esterno ad esso. Quindi non hanno lo stesso problema o meglio ce l’hanno m in maniera diversa. Dicono di aver trovato una soluzione per chi porta occhiali da vista ma non hanno ancora reso noto quale sia”.

Quali saranno i tempo del lancio sul mercato dei Glassup?
A febbraio o marzo dell’anno prossimo saremo in grado di consegnare i primi occhiali acquistati online. Per la distribuzione nei negozi fisici ci vorrà più tempo”.

Il prezzo di lancio quale sarà?
299 euro

Un prezzo più basso rispetto ai Google Glass.
Presumo di sì anche se il prezzo dei Google Glass in realtà non è ancora noto”.

La vostra tecnologia è un brevetto italiano?
Assolutamente si. L’idea iniziale è stata mia ed ho cercato Gianluigi Tregnaghi, un esperto di ottica che aveva già fatto dei lavori in questo ambito. Gianluigi ha trovato le soluzioni tecniche che stiamo utilizzando e che sono ad un livello molto più avanzato di quelle dei Google Glass che fondamentalmente hanno un televisorino posto vicino all’occhio. Quella del gigante americano non è una vera e propria novità tecnologica come la nostra. In questo momento ci stiamo poi facendo aiutare anche da alcuni dei migliori cervelli italiani in campo ottico che stanno facendo delle cose spettacolari”.

Dove sarà fatta la produzione?
Dipende dagli accordi che faremo. Per ora l’idea è produrre l’elemento ottico, che è la parte a più alta tecnologia, o in Italia o in Germania. L’assemblaggio e il circuito elettrico invece saranno fatti in Cina”.

Secondo lei gli occhiali potranno avere un effetto sulla società paragonabile a quello dei cellulari? Ovvero possono cambiare radicalmente le abitudini delle persone?
I primi modelli a mio avviso non avranno un impatto paragonabile a quello avuto dal cellulare. L’occhiale però può rivoluzionare le abitudini se diventa una parte di una cosa diversa. Ci sono due possibilità. Una è che si arrivi ad un controllo mentale dell’occhiale ovvero alla possibilità di far muovere dei cursori con la forza del pensiero. Se questo fosse possibile l’impatto sarebbe stratosferico

In tutta sincerità mi sembra molto futuribile.
E’ vero ma non è detto che non ci si possa arrivare. La seconda innovazione che potrebbe consentire agli occhiali di cambiare radicalmente le nostri abitudini è invece molto più semplice. Si tratta di scomporre le varie funzioni del cellulare in più componenti: la visione con gli occhiali, l’udito con gli auricolari, il data entry con dei rilevatori particolari delle dita e le batterie con speciali suole delle scarpe che si ricaricano camminando. A questo punto il telefonino in pratica saremmo noi e questo sarebbe ugualmente una rivoluzione”.

Torniamo al presente e agli occhiali che saranno a breve immessi sul mercato. Nel giro di qualche anno li compreranno poche centinaia di migliaia o milioni di persone?
Noi siamo partiti con stime basse, sull’ordine di qualche migliaio di paia. Parlando del prodotto alle fiere con i distributori ci sono però arrivate singole richieste di 50.000, 100.000 unità. Oggi se già l’avessimo pronto ne venderemmo tranquillamente 1 milione. La domanda c’è ed è pazzesca. Se la gente lo metterà in un cassetto dopo una settimana è tutto da vedere, però non lo crediamo. La sensazione che abbiamo, dai primi test effettuati con prototipi rudimentali, è che una volta provati se ne sente subito la mancanza se tolti".

Possiamo quindi dire che lei sarà tra i corresponsabili della creazione di un nuovo genere umano: dopo l’homo sapiens l’homo “glassens”
Si vedrà, si vedrà” (Ridendo).






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