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Google sfida Steve Jobs con l'inventore di applicazioni
Pubblicato da Bresciaoggi in Google • 19/07/2010

LO SCONTRO. Una piattaforma per creare software da usare per gli smartphone

App Inventor è pensato in blocchi per creare sistemi ad hoc: ovviamente possono utilizzarlo solo i dispositivi che usano Android

Google lancia l'ultima sfida a Apple. Lo fa con App Inventor, un kit di sviluppo per la piattaforma Android che permetterà di realizzare applicazioni per smartphone anche a chi non ha conoscenze informatiche.
Si tratta quindi di uno strumento potente ma non complicato. E' possibile realizzare di tutto, da semplici giochini che utilizzano le capacità dello smartphone come i sensori di movimento o il riconoscimento vocale, fino a software con strutture importanti, da utilizzare in campo professionale e educativo. Da Mountain View sottolineano che per usare App Inventor non è richiesta la conoscenza di linguaggi di programmazione. Probabilmente una risposta ad Apple che qualche tempo fa ha negato a chi sviluppa per iPhone la possibilità di scrivere software per iOs se non con gli strumenti certificati da Apple stessa, e quindi Visual C e l'ambiente Cocoa. Linguaggi che ormai qualunque programmatore è in grado di utilizzare, ma che rimangono assolutamente inavvicinabili per l'utente medio.
APP INVENTOR è struttuato in «blocchi», si può pensare a questo programma come un Lego per sviluppare applicazioni. Una struttura mutuata dall'Oper Blocks Java Library, sviluppata e distribuita dal Mit, il Massachusetts Institute of Technology. Esiste un «blocco» per ogni azione che può essere compiuta con uno smartphone Android, dall'inserimento di testo fino alla divulgazione sui social network. Il tutto attraverso un'interfaccia grafica punta e clicca, che non richiede l'inserimento di codice.
Un vero e proprio kit di montaggio per applicazioni che possono anche diventare complesse. Una volta realizzato il programma con le «costruzioni», App Inventor lo compila utilizzando i moduli Kawa, lasciando di fatto all'utente il solo compito di pensare l'applicazione, costruirla e poi utilizzarla o distribuirla. Una prerogativa finora riservata agli utenti Android, mentre sul fronte iPhone è al momento possibile solo commissionare la propria «app» a degli sviluppatori, a pagamento, e poi versare una quota mensile per il mantenimento dell'applicazione nei circuiti distributivi. Esistono anche metodi per creare applicazioni gratis, ma sono al momento piuttosto limitati e includono inserzioni pubblicitarie decise da terzi.
LO SCONTRO nel settore mobile è sempre più serrato. Secondo gli ultimi dati diffusi da Ericsson, le sottoscrizioni mobili nel mondo hanno toccato quota 5 miliardi. Un risultato in gran parte ottenuto grazie al contributo dei mercati emergenti quali India e Cina. Nel 2000 le persone che avevano abbonamenti mobili erano 720 milioni. Un numero inferiore agli attuali sottoscrittori della sola Cina. La stessa ricerca rileva che presto l'80% delle persone che accedono ad Internet si connetterà in mobile. Una comodità certo, ma anche una necessità per chi utilizza la Rete da postazioni non fisse.


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