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Facebook: ecco come proteggersi dalle applicazioni spione
Pubblicato da Roberto Catania in Facebook • 19/10/2010

Facebook e la privacy, la storia infinita. Chi pensava che Mark Zuckerberg e soci avessero definitivamente saldato il loro conto con i dati personali degli utenti si sbagliava di grosso. Secondo il Wall Street Journal, il social network più famoso del mondo avrebbe trasmesso attraverso le sue applicazioni i dati personali dei suoi utenti a società di terze parti, specializzate (guarda caso) nel marketing pubblicitario.



Tutte le 10 apps preferite dagli utenti del network, compreso il popolarissimo Farmville, avrebbero trasmesso fuori dal sito l’identificativo di milioni di utenti, un numero univoco dal quale si può risalire all’identità dell’utente con una semplice ricerca in internet e - qualora le impostazioni siano settate in modo “aperto” - anche alle sue informazioni confidenziali: età, città di residenza e professione. Ma c’è di più. Tre di queste applicazioni, continua il WSJ, avrebbero “spiato” anche fra le informazioni degli amici degli utenti, senza risparmiare neppure quegli utenti che avevano configurato la privacy in maniera restrittiva.

Di chi è la colpa? Le società che hanno sviluppato le applicazioni descrivono queste trasmissioni come “non intenzionali”. Facebook dal canto suo parla di esagerazioni dei media e rimarca il fatto che le sue policy proibiscono esplicitamente agli sviluppatori di applicazioni di trasferire i dati degli utenti al di fuori dei propri confini per scopi pubblicitari. Nel frattempo però provvede a cancellare dalla propria scuderia alcune piccole applicazioni (Zynga naturalmente non è fra queste) responsabili di aver lasciato la porta di casa troppo aperta.

Al di là delle responsabilità, sulle quali bisognerà comunque fare un po’ di chiarezza, quel che conta in questo momento è tenere alto il livello di allarme sul patrimonio di dati in possesso di Facebook e suoi possibili utilizzi. Per capire l’entità del problema bisogna considerare due aspetti: il primo riguarda il valore delle credenziali degli utenti di Facebook, da molti considerati la vera miniera d’oro del Web. Torneremo sull’argomento, ma per il momento va sottolineato che i dati che Facebook si ritrova in casa rappresentano ciò che i manager dei grandi marchi e i buyers televisivi della pubblicità hanno inseguito (e acquistato) per mezzo secolo.

Il secondo riguarda le dimensioni del fenomeno. Con oltre mezzo miliardo di utenti, Facebook è il luogo virtuale più popoloso del Web. Anche circoscrivendo il problema agli utilizzatori di applicazioni (pari a circa il 70% degli utenti registrati sul network) restano in ballo i dati di 350 milioni di utenti.

PS: Chi si sentisse minacciato può sempre intervenire sulle impostazioni relative all’accesso alle informazioni personali da parte delle applicazioni: basta entrare dalla pagina del proprio profilo su Account, quindi su Impostazioni della privacy e cliccare su Modifica le impostazioni della sezione Applicazioni e siti Web (in basso sulla sinistra). Da qui è possibile rimuovere o bloccare le applicazioni installate ma anche controllare a quali informazioni possono accedere le applicazioni e i siti Web utilizzati dagli amici.

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