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Controlli serrati dopo l'arresto di Anna Chapman, che ha vissuto cinque anni in Gran Bretagna, e di altre nove presunte spie di Mosca negli Stati Uniti. Nella capitale britannica vivono almeno 100 mila russi

LONDRA - Che i russi avessero scelto la capitale britannica come loro nuova patria all'estero, dopo la Little Odessa newyorchese e dopo Tel Aviv, si sapeva: "Moscow-on-the-Thames", Mosca sul Tamigi, la chiamano, da quando Roman Abramovich, il petroliere siberiano che si è comprato il Chelsea Football Club, e almeno altri 100 mila suoi compatrioti sono emigrati qui, nell'ultimo decennio, alcuni di loro ricchissimi oligarchi, altri impegnati in tutte le professioni e i mestieri, tutti in cerca di una vita migliore e di fortuna. Ma sulle ali dell'arresto di dieci spie russe negli Stati Uniti 1, una delle quali è una giovane e bella donna che ha vissuto cinque anni in Gran Bretagna, Londra viene rivoltata come un guanto dai servizi segreti per scoprire fino a che punto la "Casa Russia" del Kgb si è trasferita all'ombra del Big Ben.



L'MI5, il controspionaggio britannico, starebbe dando la caccia a venti "dormienti", venti cittadini russi che si sono trasferiti nel Regno Unito svolgendo attività in apparenza legali, ma che segretamente starebbero lavorando come agenti segreti per lo spionaggio di Mosca, raccogliendo informazioni, prendendo contatti, organizzando una rete di complici, pronti a entrare in azione per compiti più rischiosi se dalla Russia giungesse l'ordine per "svegliarli". Insomma una replica della rete dei dieci russi arrestati in America, tra i quali Anna Chapman, la donna che ha vissuto a lungo a Londra, dove ha sposato un cittadino britannico e ha ottenuto la nazionalità britannica.

Secondo indiscrezioni pubblicate ieri dal Sunday Times, l'MI5 sta verificando tutti i contatti e le conoscenze fatte dalla Chapman nei suoi anni londinesi, prima e durante il matrimonio, terminato con un brusco divorzio.
Tra questi potrebbero esserci importanti banchieri della City e anche un membro della camera dei Lord che è un eminente avvocato.

"Niente di cui meravigliarsi", sostiene Boris Berezovskij, l'oligarca russo che vive da anni in esilio a Londra e che ricoprì alti incarichi durante la presidenza di Boris Eltsin. Intervistato dalla rete televisiva britannica Sky, Berezovsky afferma: "Il comportamento dei dormienti arrestati negli Usa può far sorridere e pensare che tutta questa storia sembra quasi una commedia, una farsa. Ma non c'è niente da ridere. Il Kgb ha sempre usato questi metodi. La rete dei dormienti è di vitale importanza per allestire operazioni ben più sofisticate. Sono certo che ce ne sono ancora parecchi negli Usa e parecchi qui in Gran Bretagna".

Il Sunday Times scrive che almeno metà dei diplomatici dell'ambasciata russa di Londra sarebbero in realtà agenti del servizio di spionaggio russo. Ma le autorità britanniche almeno conoscono l'identità dei diplomatici. Sapere chi sono i "dormienti", tra i 100 mila russi di Londra, è come cercare un ago in un pagliaio. Commenta Stella Rimington, la prima donna diventata capo dell'MI5, che diresse un decennio fa: "Lo spionaggio russo è impegnato nel nostro Paese tanto quanto lo era al tempo della guerra fredda". Oggi la Rimington scrive romanzi di spionaggio. Il prossimo "Casa Russia", dopo il best-seller di Le Carrè così intitolato, potrebbe scriverlo lei e ambientarlo tra Londra e Washington.


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