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Lo scandalo Swift trova una soluzione
Pubblicato da Mazzetta in Spionaggio • 17/06/2010

L’Unione Europea ha finalmente risolto lo "scandalo Swift". Scoppiato nel 2006 quando il New York Times lamentò la lesione della privacy degli americani attraverso il rastrellamento dei dati relativi alle transazioni bancarie, lo scandalo ha rivelato che per anni gli Stati Uniti si erano impossessati dei dati dell’intero database del consorzio interbancario SWIFT (con sede in Belgio) in nome della lotta al terrorismo.

Un accesso libero a dati sensibilissimi che ha provocato enormi proteste in tutta Europa, con particolari ripercussioni in Svizzera, dove si è lamentata la morte del segreto bancario, e ovviamente in Belgio. Ma anche gli altri pesi europei non sono rimasti per niente contenti di sapere che gli USA avevano ottenuto accesso libero alle transazioni finanziarie europee senza che nessuna autorità politica all’interno della UE ne venisse informata.

Proprio per questo motivo l’amministrazione Bush accusò il NYT di aver tradito il paese e messo in pericolo la sicurezza nazionale, non certo perché il provvedimento servisse a dar la caccia ai terroristi, visto che lo stesso Dipartimento di Stato aveva annunciato da tempo di monitorare le transazioni bancarie e anche riconosciuto che i "terroristi" usavano ormai altri metodi per trasferire il denaro senza lasciare tracce elettroniche.

Un dato curioso: nel nostro paese di questo clamoro scandalo non ne ha mai parlato nessuno, nonostante l’evidente lesione della privacy, della sovranità nazionale e di una manata di leggi. Solo l’Associazione Bancaria aveva tenuto a informare i clienti che non poteva garantire la loro privacy in virtù di questo problemuccio, ma i clienti non devono aver capito bene, visto che non si sono rilevate proteste. Zitti i media, zitti i politici, zitti tutti.

La soluzione adottata dalla UE, che aveva sospeso il trasferimento dei dati solo all’inizio del 2010, prevede che sia EUROPOL a vagliare le richieste americane, ad approvarle e poi trasmetterle al consorzio SWIFT. Fine del libero accesso americano al database, una pacchia durata otto anni, metà dei quali trascorsi nel tentativo di trovare una soluzione in grado di garantire che non ci sia alcun accesso selvaggio (ufficiale e legale, perché di tentativi illegali da parte degli Stati Uniti se ne sono registrati parecchi) ai dati bancari dei cittadini europei. Segno evidente che non era solo Manuel Barroso a perorare la causa degli americani.


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