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Google abbandona il proprio tool di comunicazione collaborativa lanciato circa un anno fa. La tecnologia è ottima ma la diffusione del servizio non ha soddisfatto le attese dell'azienda di Mountain View.

Google mette la parola fine a Wave, il servizio di comunicazione collaborativa lanciato circa un anno fa che avrebbe dovuto proiettare BigG nel mondo del social networking a 360 gradi. In Wave il colosso americano aveva riposto molte speranze e vi aveva dedicato parecchie risorse: la tecnologia dietro allo strumento era, in effetti, rivoluzionaria e sembrava destinata a un grande successo di pubblico.
Poi è avvenuto lo scontro con la dura realtà: le persone avevano accesso ad un servizio che offriva talmente tante funzioni da disorientare l'utente. Ecco perchè, nonostante uno zoccolo duro di fan e utilizzatori, Wave non è riuscito a fare breccia nel cuore dei cybernauti.



Google ha dovuto prendere atto del flop e, attraverso il blog ufficiale dell'azienda, ha dato notizia dell'abbandono del progetto Wave.
A scrivere il messaggio d'addio è stato Urs Holzle, Senior Vice President Operations & Google Fellow, che spiega come la decisione sia stata raggiunta proprio in relazione alla scarsa diffusione del servizio: "Nonostante i traguardi [tecnologici] raggiunti, Wave non è stato accolto come speravamo. Non abbiamo, quindi, più intenzione di sviluppare Wave come un prodotto a sé stante". Il successivo lancio di Buzz, secondo alcuni analisti, avrebbe affossato ancora di più il già traballante Wave.
In sostanza BiG ringrazia gli sviluppatori per i successi tecnici e assicura la disponibilità di Wave fino a fine anno: le soluzioni tecnologiche più interessanti verranno comunque mantenute e implementate in altri servizi di Google, come il drag&drog di file dal desktop, già attivo in Gmail.
Google, comunque, l'ha presa con filosofia. Eric Shmidt stesso ha spiegato come nell'azienda sia normale tentare e fallire, definendo questo aspetto come la chiave del successo di BigG.
Successo che sta arrivando con Buzz, complice anche l'integrazione in Gmail. Due strumenti "social" erano forse troppi per Google? Probabilmente sì.


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