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Il fenomeno degli attacchi da parte di hacker sempre più esperti è un problema per il 90% delle società italiane quotate in borsa. Che non sanno ancora come reagire.



Gli hacker non sono pericolosi solo per i vip, in quanto scoprono scoop sulla loro vita privata, o per i registi di Hollywood, a cui rubano le sceneggiature dei film in lavorazione. Il problema del furto dei dati tocca molte aziende, in Italia se ne contano 15mila, il doppio rispetto al 2009. Lo attesta un'indagine svolta da Maglan Group, una società israeliana che si occupa della sicurezza dei dati digitali. Queste informazioni digitali per le aziende corrispondono a brevetti, segreti industriali e commerciali. Il 90% delle società quotate in borsa non è sufficientemente protetta dagli attacchi degli hacker e questo rischio intacca anche la loro competitività, perché esiste un vero e proprio "mercato nero" dei dati.

Gli hacker inventano di continuo potenti virus capaci di penetrare i sistemi di sicurezza già esistenti e la portata dei danni causati dal cyber spionaggio sarà calcolabile solo tra qualche anno. La tecnica maggiormente usata è quella del "covert channel", ovvero viene creato un canale dove di nascosto confluiscono periodicamente tutti i dati che circolano all'interno del computer "hackerato". La maggior parte degli attacchi alle aziende italiane provengono dal Sud America, e a seguire da Russia e Cina. E i ladri in questione possono essere di vario tipo: società concorrenti, singoli individui o gruppi di mercenari, disposti a vendere i dati digitali al miglior offerente.