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L'America arresta dieci spie russe «Azioni coperte per conto di Mosca»
Pubblicato da Guido Olimpio in Spionaggio • 29/06/2010

Operazioni in diversi Stati. Erano coppie che si erano costruite finte identità

WASHINGTON – Per i mass media sono le «spie come noi». E in effetti i dieci agenti russi arrestati dall’Fbi somigliavano a migliaia di coppie americane. Gli uomini del SVR, lo spionaggio di Mosca, li avevano addestrati ad essere dei perfetti americani o canadesi. Mentre un’altra «dormiente», Vicki Pelaez, sosteneva di essere peruviana: come copertura usava il lavoro di giornalista. Per anni è stata una stimata commentatrice di El Diario, uno tra i più quotati giornali in spagnolo pubblicati negli Stati Uniti. I loro superiori li avevano mandati in missione creando delle coppie di agenti in modo che potessero sembrare marito e moglie. E alcuni di loro hanno avuto anche dei figli. I vicini di casa dei sedicenti Richard e Cynthia Murphy ricordano come fossero discreti: «Vedevamo sempre il padre accompagnare le due figlie alla fermata dello scuolabus. Per il resto se ne stavano in disparte». Lui diceva di essere un architetto, lei una contabile.

PASSATO E PRESENTE CREDIBILI - Il Centro – il comando di Mosca – aveva fornito ad ogni spia un passato e un presente credibili: dunque titoli di studio, conti in banca, lavoro, case e tutto ciò che poteva servire per la loro missione. Alcuni avevano ricevuto le identità di persone decedute. Rispetto ad altri casi di spionaggio, sembra che i dieci arrestati – e l’unico latitante – avessero come obiettivo principale gli ambienti politici e finanziari. Si interessavano alle strategie politiche, volevano capire il processo decisionale e provavano a reclutare delle "talpe". Vivevano in modo normale ma avevano a disposizione strumenti sofisticati per mantenere i contatti con i loro referenti. Computer speciali, inchiostro invisibile, apparati radio, software per la steganografia che alternavano con il classico nascondiglio improvvisato in un parco o lungo una strada.

GLI INTERROGATIVI - L’inchiesta ha sollevato non pochi interrogativi. La prima riguarda il danno fatto dalla rete: quali informazioni hanno carpito? Il secondo quesito concerne i tempi del blitz dell’Fbi: se uno degli agenti – il principale – è finito sotto inchiesta fin dal 2004 perché la polizia federale ha deciso di muoversi proprio adesso? E non potevano beccarne solo un paio visto che le coppie agivano in modo indipendente e lasciare la briglia sciolta agli altri? Alcuni esperti sostengono che la retata è un chiaro messaggio politico lanciato dagli Stati Uniti ai russi: smettetela con queste operazioni. Un segnale che arriva a pochi giorni dal caloroso incontro tra Obama e il presidente Medvedev. Un colloquio seguito da uno spuntino a base di hamburger e patatine in un locale di Arlington. A pochi chilometri dal ristorante l’Fbi ha arrestato proprio due delle spie.

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